La Missione Sociale della CLAC
Due elementi caratterizzanti lo Statuto della CLAC, che sono gli scopi principali della nostra Comunità, sono i seguenti (Art. 2):
- La Comunità persegue lo scopo di favorire l'attività delle proprie associate, salva la loro piena indipendenza, e comunque si adopera per la libera espressione culturale ad ogni livello. […] In particolare la Comunità persegue la disponibilità di una sede comune a garanzia delle condizioni di funzionamento più convenienti per le Consociate.
- Essa si propone compiti di azione ed informazione anche in rapporto ai concreti problemi sociali della popolazione.
Questi due elementi vanno assieme. Infatti:
avere solo una sede per le nostre consociate, dove ciascuna facesse quello che ritiene più rispondente ai propri scopi istituzionali, in modo distinto e separato dalle altre, non basterebbe;
d'altro canto, proporsi compiti di azione e informazione in rapporto ai concreti problemi sociali della popolazione e adoperarsi per la libera espressione culturale ad ogni livello senza una sede comune nella quale operare in sinergia per gli scopi comuni, è evidente che sarebbe molto difficile, sarebbe impossibile.
Quindi i due elementi vanno assieme.
Ma a cosa serve la CLAC, oggi?
La CLAC si mette in ascolto, studia la società e il territorio; legge, scandaglia e identifica i bisogni della società, indaga la crisi sociale; identifica e propone percorsi e soluzioni.
La CLAC è l'unità specialistica del tempo di crisi: la CLAC ha identificato la crisi, sociale, economica e ambientale, all’inizio degli anni Settanta del Novecento; da allora la situazione non è migliorata; ebbene la CLAC propone soluzioni da realizzare con pochi, con pochissimi mezzi, anzi con il nulla, con ciò che la società dei consumi spesso considera solo scarti.
Il mondo sta cambiando e tante di quelle che sembravano le “certezze” garantite da un sistema di mercato globale mostrano di non esserlo affatto, con la conseguenza di paure di massa.
Il tempo del benessere è un'illusione che rivela sempre più e sempre più velocemente i suoi limiti, è un'illusione per sempre meno persone perché gli indicatori sociali ed economici sono sempre più espliciti riguardo alla crisi, che è già emergenza sociale.
Sempre più persone oggi cercano la solidarietà del mondo associativo e del volontariato per recuperare il senso di protezione perduto.
Quarant'anni fa la CLAC condusse una strenua battaglia con il comune di Padova affinché la città si dotasse di un sistema fognario moderno (erano ancora numerosi gli scarichi che riversavano direttamente nel Piovego); oggi la CLAC si preoccupa di chi ha fame e non ha di che mangiare, insegna a farsi il sapone in casa, a riutilizzare i materiali, e a riparare da sé le cose, promuove le economie circolari e insegna a rendersi consapevoli nell'uso delle tecnologie, e tutto questo spendendo poco o nulla.
I nostri giovani fanno sempre più fatica a trovare un lavoro; nel giro di pochi anni il malcontento sociale potrebbe tornare a sfociare in fenomeni di massa incontrollabili. Al di là del Mediterraneo ci sono molte persone che faranno di tutto per arrivare da noi, e il fenomeno va gestito in modo consapevole e responsabile.
Ebbene la CLAC risponde alle paure con la solidarietà, propone progetti realizzabili da subito e pratiche speranze per sopravvivere ai momenti di crisi, ha proposte per affrontare i problemi della mancanza di lavoro e delle emergenze abitative.
Progettiamo insieme il futuro per non doverlo subire!
Va bene, ma perché proprio all'ex Macello?
L'ex Macello di Via Cornaro in Padova è prima di tutto un monumento storico-militare e di archeologia industriale che come tale va preservato: la parte storica-militare è visibile in ciò che resta delle mura, nel camminamento e nelle strutture sotterranee; la parte di archeologia industriale è visibile in modo evidente sopra il suolo nelle costruzioni per la macellazione.
Dopo la cessazione delle attività di macellazione nel 1975 l'intero complesso fu messo in salvo dall'iniziativa e dalla caparbietà di un movimento di cittadini che mise i lucchetti sui portoni per impedire che il metallo venisse trafugato, che si dedicò alla bonifica dell'area verde, con grande impegno di volontari e la supervisione di esperti dell'Università. Questo movimento di persone, coagulatosi in associazioni culturali e ambientaliste, nel 1975 diede vita alla CLAC che è l'organizzazione che assieme al Comitato Mura di Padova ottenne che, al già esistente Vincolo Urbanistico, nel 1986 fosse affiancato il Vincolo Paesaggistico in tutta l'area – privilegio del doppio vincolo che solo i Giardini dell'Arena vantano, in Padova, oltre che l'ex Macello di Via Cornaro. In quegli stessi anni la CLAC si adoperò anche affinché il Comune restaurasse la copertura di alcuni edifici, con la manodopera degli alunni della Scuola Edile di Camin, al solo costo dei materiali e della direzione dei lavori.
Insomma, la CLAC si prende cura di questo luogo speciale da più di quarant'anni e ha fatto di esso un vero e proprio Luogo Antropologico, un luogo con un’anima, un’anima e una funzione sociale che intendiamo preservare ad ogni costo.
La CLAC ha studiato questo Luogo sopra e sotto il suolo e lo conosce in ogni anfratto anche grazie al lavoro immenso svolto dal Comitato Mura di Padova e dal Gruppo Speleologico Padovano del CAI, lo ama e vuole innanzitutto assicurarne la tutela: vogliamo impedire che sia svenduto ai privati – come è già successo per l'ex Foro Boario e l'ex Macello di Corso Australia – che potrebbero trasformarlo in un “parco giochi”, ché anche se fosse un parco giochi a ispirazione scientifica non è di un parco giochi che la nostra Città ha bisogno bensì di un Laboratorio Culturale aperto che continui a studiare, dare risposte e proporre soluzioni per i concreti problemi sociali della popolazione.