Relazione attività del Laboratorio Culturale per l'anno1994
Padova, 20 Febbraio 1995
Per varie ragioni il 1994 è stato per la Clac un anno di particolare durezza, specialmente per la pesantissima situazione economica nonostante la quale l'attività si è egualmente svolta. Abbiamo dovuto far fronte ad un improvviso irrigidimento dell'Amministrazione Comunale relativamente alle condizioni di fruizione degli spazi all'ex macello, posizione solo in parte risolta alla fine del 1994. Siamo stati confortati da un amplissimo sostegno del mondo della scuola, dell'Università (130 docenti hanno inviato lettere di solidarietà alla nostra attività) e da cittadini, in particolar modo dal mondo giovanile. Parimenti sono giunte espressioni di incoraggiamento e di impegno ad aiutarci nelle forme più significative sia da parte delle strutture dell'UNESCO sia delle altre istituzioni internazionali con le quali collaboriamo.
L'incarico relativo al progetto FMACU-UNESCO della gestione della Segreteria Internazionale dell'operazione "Amici dei Tesori del Mondo" ha comportato un notevole impegno, contribuendo ampiamente, d'altra parte, a far conoscere a livello internazionale il Laboratorio Culturale dell'ex macello. I rapporti con Parigi sono stati necessariamente intensificati, anche con contatti diretti, mentre la valutazione dei progetti proposti per l'inserimento nella lista A.T.M. ha cominciato a dare i suoi frutti: nel Convegno di Mosca è stato iscritto alla lista il villaggio di Kassinò (nei pressi di Mosca) mentre i progetti di Saint Victor-La-Coste (presso Avignone), Aschersleben (presso Lipsia) e l'oasi di Chenini-Gabés (Tunisia) stanno per esservi inseriti. Siamo stati invitati dalla delegazione UNESCO della Tunisia a visitare i luoghi interessati a quest'ultimo progetto e a partecipare al Convegno della Rete dei Giovani Ecologisti del Mediterraneo: sono stati in questo modo stabiliti rapporti di collaborazione didattica con un plesso di 5 scuole elementari di Gabés e è stata aperta la possibilità di rapporto con una cinquantina di associazioni facenti parte della Rete stessa; ci è stato affidato il ruolo di relais della Rete per l'Alto Adriatico al fine di creare i collegamenti opportuni. Siamo stati incaricati dal Segretario Generale della FMACU-UNESCO di predisporre il materiale relativo all'operazione "Amici dei Tesori del Mondo" che presenteremo al convegno sul cinquantenario dell'UNESCO in Romania nel Giugno prossimo. Abbiamo partecipato come rappresentanti dell'Operazione A.T.M. all'incontro europeo di Dunkirk sul tema dei giovani in Europa. La nostra partecipazione al Convegno dell'ICCROM a Roma sulla didattica dei Beni Culturali ci ha consentito di stringere un proficuo rapporto con la massima istituzione internazionale per la conservazione e il restauro dei Beni Culturali. Avremo possibilità di scambio con Israele, Inghilterra, Francia, Grecia su esperienze di didattica da tempo sviluppate. Abbiamo partecipato al Seminario internazionale della FMACU-UNESCO sulla conservazione del patrimonio culturale a Mosca e a Novigorod dove ci è stato affidato il compito di organizzare un corso di formazione per operatori turistico-culturali dei Club UNESCO della regione Europa e ci è stata offerta la possibilità di partecipare alle campagne di scavo su torba dei primi insediamenti finlandesi. Per quanto riguarda il progetto A.T.M. di Val Imperina è stato ormai affidato quasi completamente al Club UNESCO dell'Agordino che ha dimostrato una notevole organizzazione e costanza nell'impegno, dando vita a quel Laboratorio Culturale delle Dolomiti previsto dal progetto stesso e collaborando, come già da tempo fa, con la Clac per gli scambi socio-culturali con l'estero. Quest'anno abbiamo potuto raccogliere in questo modo i frutti di quattro anni di impegno per creare nel cuore delle Dolomiti un interesse culturale legato all'UNESCO. Un altro frutto di questo stretto rapporto è stato la realizzazione, a cura di un nostro esperto, di un libro che raccoglie le ricerche storico-antropologiche sulle miniere e basato sulle interviste ai vecchi minatori della Val Imperina.
La Biblioteca su ambiente e cultura veneta si è arricchita di nuovo materiale - in parte anche proveniente da donazioni della Regione Veneto e di privati - comprendente libri, carte geografiche, periodici. Per agevolarne la consultazione, oltre alla normale opera di catalogazione, si è iniziata la pubblicazione di bibliografie speciali indirizzate particolarmente alla fruizione scolastica. Inoltre, con l'acquisizione di un fondo proveniente dall'Università di Padova, ha preso il via la costituzione di un settore specifico inerente la storia della medicina. Anche la Biblioteca Internazionale per l'Infanzia, curata assieme al Club UNESCO, ha ricevuto ulteriori apporti ed ha cominciato ad essere utilizzata da docenti e bambini.
Il Parco Didattico dell'ex macello, tenendo ben presenti il particolare vincolo ambientale che mette in risalto la peculiarità del terreno e la sua funzione nell'ambito del riconoscimento internazionale, è stato oggetto di una metodica serie di interventi per assicurarne lo sviluppo secondo il piano naturalistico previsto; anche l'attività estiva dei bambini ha potuto svolgersi nel rispetto della struttura, anzi incrementando, con semplici interventi, la realizzazione di elementi caratteristici (l'orto biologico, le siepi, ecc.). Si è avuto inoltre cura di completare il censimento delle specie vegetali. Il modello rappresentato dal Parco Didattico di Padova è stato illustrato e discusso, suscitando notevole interesse, ai Convegni nazionali e internazionali a cui la Clac è stata invitata. L'attività di Educazione Ambientale, tenuta per le scuole della regione, nello spazio organizzato del Parco Didattico ha avuto un ulteriore incremento nel numero di presenze, vedendo coinvolti circa 3000 bambini e più di 400 insegnanti in attività di laboratorio strutturate in cicli di lezioni guidate. Alcune attività didattiche sono anche tenute in collaborazione con i Servizi Educativi del Comune di Padova. Sugli argomenti relativi alle lezioni per le classi, nonché su altri, si sono tenuti 11 corsi di aggiornamento per insegnanti, riconosciuti dal Provveditorato agli Studi di Padova. Inoltre un servizio quotidiano di consulenza viene fornito del tutto gratuitamente agli insegnanti, che trovano nel Laboratorio Culturale e nel reciproco scambio di idee, le opportunità e i materiali per un personale arricchimento della propria preparazione. Nei mesi estivi si sono tenuti nel Parco Didattico, per il primo anno, i centri estivi per bambini che hanno visto una ampia ed entusiastica partecipazione. L'attività, fondata sugli obiettivi educativi mutuati dall'UNESCO, puntava alla preparazione di giovani educatori e alla formazione globale della personalità del bambino attivandone l'interesse, la curiosità, la motivazione a partire da stimoli reali, in uno spazio stimolante, sicuro, pensato e costruito a loro misura. Il successo dell'attività ha spinto la Clac a proseguirla anche durante il periodo scolastico, nei pomeriggi.
Un particolare sviluppo ha avuto il Museo Didattico di Storia dell'Informatica grazie alla sempre crescente collaborazione dell'Università di Padova e dei suoi Istituti di ricerca, oltre che del CNR, dell'INFN e di strutture private. Inoltre, l'Università ha offerto la possibilità di realizzare una raccolta di strumenti scientifici di valore storico che vengono, come nel caso dei computer, direttamente acquisiti dalla nostra struttura. Queste due iniziative sono particolarmente onerose ed impegnative per i tipi di problemi che pongono, complessità dell'operazione di recupero e trasporto dei materiali (totalmente a carico della CLAC), individuazione del ruolo storico dei singoli elementi nell'ambito del loro impiego e loro conservazione (già la collezione di computer ha le dimensioni di un paio di centinaia di esemplari e quasi di altrettanto quella degli strumenti scientifici). E' stato sviluppato un buon rapporto con altre Università (Roma, Pisa, Bologna) nelle quali sono stati impiegati o realizzati i primi calcolatori, e è cominciato un rapporto con i musei di informatica stranieri (Boston, Mosca, Parigi). Il Museo ha suscitato l'interesse dell'ICOM, la struttura dell'UNESCO per i musei, e grazie a questa collaborazione si sono potuti creare i primi collegamenti internazionali, in un ambito museale ancora ben poco diffuso: in questo modo viene messa in risalto la particolarità dell'iniziativa padovana. Sull'argomento sono cominciati i corsi di aggiornamento per insegnanti e i primi rapporti con scuole superiori per progetti di collaborazione specifici.
L'attività delle Associazioni consociate e ospiti si è potuta svolgere senza risentire della difficile situazione economica; seminari, incontri, conferenze, riunioni sistematiche hanno impegnato come sempre le attività serali del Laboratorio Culturale, mentre l'attività dei corsi di lingue straniere è stata proseguita a cura del Club UNESCO. Le associazioni hanno anche collaborato a migliorare le condizioni di fruibilità della sede.
Il settore degli scambi socio-culturali giovanili con l'estero ha realizzato campi di lavoro e seminari di studio con il Portogallo (associazione Menagem, due campi a carattere ecologico, sulle Dolomiti e a Penamacor in Portogallo), la Finlandia (un campo di avventura a Kokkola) e la Germania (con il gruppo di Aschersleben, uno nell'Agordino sul tema dell'immigrazione, uno sulle Dolomiti ed uno sul recupero di una cava abbandonata ad Aschersleben; con il gruppo di Bredbeck, uno in Italia sulla danza ed uno di musica in Germania, a Bredbeck; due campi musicali con il gruppo Eis-Confusao, ad Amburgo e alla Clac). Le relazioni iniziate con gli scambi e i rapporti internazionali hanno evidenziato la necessità di tenere sempre aperta la possibilità di foresteria, sia pure minima. I rapporti con l'UNESCO ci consentono di avere persone che seguono dei periodi di formazione presso la Clac come collaboratori volontari (stages). Nel '94 abbiamo ospitato un componente del Consiglio della Federazione Zairese dei Clubs UNESCO, una giovane studentessa austriaca, una educatrice canadese che ha curato la formazione dei nostri operatori per le attività coi bambini, un rappresentante dell'associazione culturale degli studenti di Algeri, due ungheresi esperantisti, i componenti di un Seminario giovanile italiano di Esperanto, un ricercatore universitario di storia della scienza ucraino, due rappresentanti dell'associazione TOM di Kirovograd (Ucraina), una tirocinante ucraina e diversi collaboratori italiani.