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In ricordo di Francesco Piva e della sua opera

In ricordo di Francesco Piva e della sua opera

Francesco Piva illustra il concetto di Software Libero come Tesoro del Mondo FMACU-UNESCO al PLUTO Meeting 2007

Non è facile, anzi direi profondamente ingiusto e banale, cercare di riepilogare in poche righe il lungo tragitto di Francesco nel mondo culturale, intellettuale e associativo della nostra città. Non solo perché esso si sviluppa lungo l'arco di tempo di una vita, ma soprattutto perché esso si è, negli anni, articolato su una miriade di argomenti, progetti, idee e iniziative spesso brillanti ma quasi impossibili da ricordare compiutamente.

Noi del Gruppo Speleologico Padovano CAI l'abbiamo incontrato più di 36 anni fa: era il tempo della dismissione del Macello di Padova, avvenuta pochi anni prima e della recente costituzione della CLAC, uno dei primi innovativi esperimenti di creatività culturale in Italia, una fucina di idee e di attività associativa condivisa mai vista prima a Padova. Fu un momento magico, unico, destinato a rimanere nei ricordi di chi vi partecipò come indelebilmente legato allo spirito di apertura di quel tempo, senza barriere ideologiche, con grande lungimiranza educativa e forte impronta libertaria e critica. Da allora e per vari decenni fu stimolo vivissimo e spina nel fianco del mondo politico ed intellettuale cittadino, in prima fila nell'offerta culturale rivolta ai cittadini, grandi e piccoli, nella difesa dell'ambiente, nelle battaglie per la tutela dei beni storici e artistici, nella promozione dell'arte e dell'ingegno.

Un punto di riferimento e coagulo per discipline e interessi apparentemente distanti e diversi ma che si ritrovavano e si riscoprivano fortemente accomunati ed interconnessi: fu così che anche gli Speleo, e prima di noi lo stesso Club Alpino Italiano e molti importanti gruppi e associazioni cittadine e nazionali, entrarono a far parte della CLAC, per rimanervi fino ai nostri giorni in assoluta libertà e con inestimabile beneficio, morale, intellettuale e pratico.

L'artefice di tutto questo fu Francesco, che all'ex Macello ci convinse ad approdare e a lavorare, partecipando alla salvaguardia e al recupero di quel monumento attraverso il nostro stesso inserimento diretto e attivo nelle strutture fatiscenti.

Si potrebbe chiudere qui per dire che gli dobbiamo riconoscenza per i 36 anni che seguirono; ma come cittadini dovremmo dire che gli dobbiamo riconoscenza anche per tutto ciò che lui aveva pensato, immaginato e messo in atto per l'intera città (con altre eccellenti persone, beninteso, ma sempre da protagonista) nelle battaglie e nelle campagne di diffusione della cultura e dei suoi valori a Padova: ricordiamo gli scambi culturali giovanili con analoghe Comunità francesi e tedesche; le campagne per il recupero e salvaguardia di preziose testimonianze storiche e archeologiche in città e nel territorio (le piroghe; gli scavi all'ex Itala Pilsen; il recupero e deposito di preziosi documenti dell'Archivio di Stato in trasferimento dal Santo; la battaglia per la salvaguardia delle Mura e dello stesso ex Macello, dell'Orto Botanico e di molte altre ancora); la grande mobilitazione cittadina per una informazione ampia, scientifica, corretta e libera (per esempio durante la tragedia di Chernobyl); la promozione di un raro esempio di “bosco planiziale” naturale-didattico di città, approdo di migliaia di allievi delle scuole elementari e medie; la promozione di attività didattiche e di cultura scientifica, tecnica, artistica, naturalistica e sportiva (planetario, affreschi, teatro, danza popolare, ceramiche, ambiente montano e sotterraneo, ecc.); l’avvio di uno dei primissimi progetti di recupero e valorizzazione delle antiche miniere dismesse della Valle Imperina (BL); l’inizio di una raccolta unica di macchine calcolatrici elettroniche e computer, dalle origini ai nostri giorni; la raccolta di migliaia di volumi di testi scientifici, divulgativi e tecnici di ogni tipo, accanto a quelli per l’infanzia, e molto altro ancora…

Non tutto è andato per il verso giusto, purtroppo, e spesso anche le sconfitte hanno segnato il cammino, di Francesco e di tutti noi. Molti hanno preso, nel tempo, strade diverse; molti se ne sono andati per sempre, lasciando un vuoto incolmabile. A volte anche il disaccordo ha fatto la sua parte, come spesso accade con chi ha forse idee troppo alte e difficili da applicare e da far accettare.

Ma l'idea universale di Francesco, l'idea di una cultura senza limiti e senza colore, come bene di tutti, plasmabile, sperimentabile, interscambiabile, godibile, rigenerabile dal basso e perciò immortale, non è ancora venuta meno: è ancora un fiammella accesa che permane e permarrà nella nostra mente come il suo ricordo.

Adriano Menin

archiviato sotto: francesco piva, 2016
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