2021
Venerdì 29 ottobre si inaugura la Mostra per il Museo!
27 ottobre 2021
Venerdì prossimo alle 10:00 si inaugura la tanto attesa Mostra per il Museo Laboratorio Didattico di Storia dell'Informatica "Amici dei Tesori del Mondo" FMACU - UNESCO voluta e realizzata con grande impegno dai volontari del Comitato per il Museo e con il supporto di Wikimedia Italia.
Vedi qui una descrizione dell'evento
Vedi qui l'annuncio della Mostra pubblicato da Wikimedia Italia
Padova premiata per l'energia e il clima?
12 ottobre 2021
Anche tre giorni fa notizie esaltanti riguardanti l'amministrazione comunale, dopo l'arrivo dei 15 milioni del PNRR per i quartieri (bando PINQUA per case popolari, qualità dell'abitare ecc.) e, in particolare, per l'ex Macello di Via Cornaro e la "Cittadella della Scienza" (6 milioni solo per quella, con grazioso ristorante panoramico con vista ospedale-obitorio, a quanto pare) tanto sostenuta dall'Assessorato alla Cultura ad ogni costo (si veda lo sgombero della CLAC dall'area dopo 40 anni).
Ora addirittura l'Europa ci premia per l'ambiente (sic!!!), per le politiche in favore delle energie rinnovabili e di contrasto ai cambiamenti climatici (sob!!!): ma non era Padova, in base ai rilevamenti di studi e istituti qualificati più volte comparsi sui giornali e in TV una delle 5 città d'Italia più inquinate e, nel Veneto, la maglia nera per consumo di suolo?
Forse a Bruxelles... giocano a dadi quando decidono? Ma chi li informa prima di assegnare questi premi? Forse leggono tutti solo i quotidiani locali, anche lì come da noi? Naturalmente sto facendo solo del facile sarcasmo, in attesa del Premio Nobel per la Libertà di Stampa anche in Italia.
E poi si chiedono perché va a votare solo il 55%!
NO all'incenerimento di CSS nella cementeria di Monselice!
NO all'incenerimento di CSS nella cementeria di Monselice! (PDF)
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Ex Macello di Via Cornaro: per tutti o solo per gli amici dell'assessore?
10 luglio 2021
Leggiamo come fosse uno dei 99 Esercizi di Stile di R. Queneau la risposta che l'Assessore Colasio offre alla nostra lettera, che abbiamo indirizzato al Sindaco di Padova e per conoscenza alla stampa, finalizzata a denunciare l'uso degli spazi esterni dell'ex Macello di Via Cornaro a discrezione delle Associazioni amiche dell'Assessore e di una parte dell’Amministrazione. Cosa c'entra Queneau? Le retoriche utilizzate dall'Assessore, per la verità non così sofisticate, riescono ogni volta che si rapporta alla CLAC a configurare una realtà che non ha a che fare per nulla con i fatti avvenuti, ma che al lettore ignaro può risultare del tutto plausibile.
Ci fa piacere che da questa versione del racconto "Cosa accade all'ex Macello di Via Cornaro" emerga con chiarezza che "lì dentro si devono fare attività aperte a tutta la cittadinanza" (così dice l’Assessore). Lo abbiamo affermato in altre circostanze e lo ribadiamo: anche noi, Associazioni della CLAC che non sono considerate di pregio tanto quanto le altre già attive nell'area, siamo disponibili a fruire di questi spazi e a offrire le nostre attività, così come abbiamo fatto per più di quarant'anni.
Rispetto al racconto, ci tocca fare qualche puntualizzazione.
Innanzitutto i fondatori della CLAC. La CLAC è stata fondata il 6 giugno 1975 da 18 associazioni - non persone. Se l'Assessore Colasio si riferisce al Sig. Sannevigo, chi nella CLAC ha agito sin dall'inizio riferisce che il Sig. Sannevigo - il cui ruolo e presenza nel Nuovo Planetario di Padova ci risultano tuttora inspiegabili dal momento che il comitato di gestione del Planetario è decaduto da anni - non ha mai dato alcun contributo alla fondazione della CLAC. Non ci stupisce, d'altra parte, se consideriamo che la CLAC, Comunità per le Libere Attività Culturali, si fonda su principi quali la democraticità dei processi decisionali, il riconoscimento di pari dignità a tutti i suoi aderenti e il garantire la libertà di espressione. Viste le modalità interattive del Sig. Sannevigo, appare chiaro che il "rispetto" e il "riconoscimento" dell'altro non costituiscono esattamente due elementi nucleari del suo agire.
In secondo luogo, l'associazione Accademia dell'affresco (ex Arte e Vita) ha sempre continuato a frequentare il Parco e i locali interdetti a dispetto del divieto comunicato dalla Polizia Locale: lo abbiamo segnalato più volte, anche un anno fa, a sindaco, assessori e anche al Prefetto di Padova, pure sui giornali. Ed è tuttora in possesso delle chiavi del cancello carraio, che le altre Associazioni della CLAC non hanno. A quale titolo questa Associazione dispone delle chiavi?
In terzo luogo: la collezione di calcolatori a cui il Club UNESCO di Padova (f. 1989) ha dato vita, per la grandissima parte tramite l'opera di Francesco Piva, e di cui si fa menzione nell'articolo, abbiamo già ampiamente illustrato perché essa non debba essere chiamata "la collezione di Francesco Piva" in quanto il Club UNESCO e Francesco Piva stesso vollero che fosse intestata – e le targhette che identificano ogni macchina lo dicono chiaramente – al Museo Didattico di Storia dell'Informatica dell'Operazione "Amici dei Tesori del Mondo" della Federazione Mondiale delle Associazioni, Centri e Club UNESCO (FMACU), Operazione Internazionale che fu parte integrante e attiva del Laboratorio Culturale della CLAC (https://www.clacpd.org/news/2020/museo-fmacu-quando-i-giornali-parlano-della-clac).
Per finire: in merito alle magnifiche sorti e progressive degli spazi dell'ex Macello di Via Cornaro, ricordiamo che abbiamo offerto all'Amministrazione la disponibilità di finanziare con 500.000 Euro la creazione di una Fondazione di Partecipazione con il Comune di Padova, proposta caduta nel vuoto senza nemmeno un "No, grazie" (https://www.clacpd.org/documents/communication/external/proposta-all-amministrazione-comunale-per-una-fondazione-di-partecipazione/view) nonché la disponibilità come CLAC ad essere parte attiva nel processo di partecipazione che su quello spazio dovrebbe aprirsi a seguito dell'esito del progetto PINQUA. Ci piacerebbe, su questo, davvero avviare un percorso serio e di fiducia.
Nel frattempo le Consociate della CLAC perseverano a coltivare con passione l'Orto Biologico nel fazzoletto di area demaniale antistante la palazzina di Via Cornaro 1 B e a riunirsi almeno due/tre volte a settimana sotto il portico dell'ex Macello, guardando il cortile attraverso i cancelli chiusi e aperti solo per pochi.
Ex Macello: un Laboratorio Culturale e sociale, inclusivo e intergenerazionale o... un mini "scientificio" per bambini?
6 aprile 2021
Giovedì 17 marzo 2021 l’amministrazione cittadina ha annunciato la presentazione del progetto Co-stellazione Portello all’interno della proposta presentata per il bando nazionale “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare”. Nel progetto è stata data grande visibilità alla “Cittadella della Scienza” che l’amministrazione prevede all’interno dell’ex Macello di Via Alvise Cornaro.
È arrivata quindi una risposta a mezzo stampa alle domande sollevate dalla CLAC ma anche dalla stessa commissione consigliare delegata a occuparsi dell’area che si era riunita il 30 settembre 2020.
In sede di Commissione Consigliare, infatti (il verbale della riunione del 30/09/2020 è disponibile su https://www.padovanet.it/sites/default/files/attachment/verbale%20n%208%20III_commissione%20cong%20V%20n%2031%20del%2030_09_2020-1.pdf ), la CLAC aveva richiesto che venisse reso noto il progetto che stava venendo costruito insieme a Pleiadi Srl per l’area, il famoso progetto di “Cittadella della Scienza”, annunciato dall’assessore Colasio già a partire dal 2019, (articolo del mattino del 29/03/2019), ben prima dello sgombero della CLAC.
Nella seduta del 30 settembre non solo la CLAC ma anche alcuni consiglieri mettevano in luce la scarsità di trasparenza nella gestione del rapporto tra Colasio e Pleiadi Srl ( Foresta), sollecitando gli assessori che si interessano all’area a tener presente la voce della CLAC, in quanto principale testimone e protagonista essa stessa della storia che aveva animato il luogo, restaurato gli edifici e raccolto il materiale che verrà utilizzato per lor sviluppo del parco tecnologico (Bettella) e la necessità di fornire risposte chiare (Callimani), lamentando inoltre che venisse presentato alla stampa un progetto ancora non visto dai consiglieri (Ruffini). Colasio aveva quindi spiegato di aver coinvolto una cooperativa che aveva inviato una manifestazione di interesse per costruire insieme un progetto di allestimento di un polo museale scientifico. Rispetto a questo, sia Micalizzi, che Nalin, che Benciolini dichiaravano che dovesse esservi tra i presupposti fondamentali la partecipazione del mondo associativo, specialmente di quello che vi aveva operato negli anni.
L’avviso di ricerca di partner per la partecipazione del Comune di Padova al PROGRAMMA INNOVATIVO NAZIONALE PER LA QUALITÀ DELL’ABITARE viene pubblicato il 24 dicembre 2020 con scadenza il 02/02/2021, poi prorogata al 12/02/2021. Un mese e mezzo, comprensivo di vacanze natalizie, per la preparazione di una proposta che richiedeva evidentemente di essere a conoscenza di aspetti tecnici e di aver già potuto condividere informazioni e intenzioni con l’ente pubblico per poter partecipare.
Nonostante gli accordi dell’amministrazione successivi allo sgombero di garantire alla CLAC il coinvolgimento nel progetto di recupero del luogo e la riassegnazione di spazi nell’area, non vi è stata condivisione delle intenzioni e dello sviluppo congiunto di una progettualità, come invece è stato fatto con Pleiadi Srl, che ha potuto così arrivare preparata alla richiesta di partner da parte del Comune.
Ciò che inoltre lascia molto perplessi è la grande coincidenza delle proposte dell’assessore Colasio con ciò che negli anni è stato costruito e sviluppato dalla CLAC. Proprio per questo motivo, sin dai primi incontri con il Sindaco e gli assessori competenti, la CLAC aveva richiesto di essere coinvolta nell’elaborazione del progetto che l’amministrazione stava pianificando, mettendo in evidenza che nel corso degli anni ha presentato in via formale all’amministrazione numerosi progetti per la valorizzazione dell’area.
Per citare solo gli ultimi 2:
- nel 2013 presenta all’assessore al Verde Andrea Micalizzi e poi nel 2017 ripropone all’assessora al Verde Chiara Gallani un progetto di *Affidamento in Adozione* per la riattivazione del Parco Didattico, redatto su strumento apposito del Comune, approvato dal Settore Verde e in seguito anche dalla Soprintendenza, che dopo la prima approvazione informale di Micalizzi, in sei anni di iter non ha più ricevuto un’approvazione formale da parte dell’amministrazione cittadina e non ha mai ricevuto nemmeno una risposta scritta, nemmeno per respingerlo. Il progetto prevede la formalizzazione e stabilizzazione di quello che era stato un impareggiabile modello di educazione ecologica, civile e ambientale;
- il 30 settembre 2019 (sicuramente prima che Pleiadi Srl inviasse la sua manifestazione di interesse) è stato presentato a tutti gli assessori competenti un secondo progetto per l’area, più ampio e complessivo, inteso come spunto di partenza per un dialogo costruttivo che possa portare a realizzare: un restauro per step dei vari spazi, da attuare anche grazie alle pratiche già sperimentate negli anni, dalla CLAC e dalle amministrazioni, che hanno permesso il restauro della copertura della ex grande Sala di macellazione (detta “basilica” o “cattedrale”) e il rifacimento di altre coperture, tra cui quella del corpo a T, che ospita l’attuale Planetario, con la collaborazione della Scuola Edile di Camin; lo sviluppo congiunto di varie modalità di raccolta fondi che prevedono (come l’amministrazione sta ora proponendo) un mix di partecipazione a bandi pubblici, interventi di privati e campagne di raccolta fondi; lo sviluppo di attività legate all’economia circolare, alla sostenibilità ambientale, alla cultura e all’innovazione digitale, in collaborazione con le realtà presenti nell’area, con l’università e con aziende e cooperative che si occupano di attività affini.
La collaborazione con l’università fu uno dei motori che alimentarono le attività della CLAC fin dagli esordi, con la pulizia del terreno, l’asportazione delle conifere introdotte nel periodo fascista e la progettazione del primo Parco Didattico.
Per quanto riguarda la dimensione internazionale e la collaborazione tra università ricordiamo che la CLAC, assieme al Club UNESCO di Padova (f. 1987) e al Servizio Civile Internazionale, che ha avuto sede per oltre un decennio presso la CLAC, ha organizzato attività di rigenerazione, manutenzione e autorecupero dell’area coinvolgendo giovani e istituzioni da tutta Europa e oltre.
Le visite didattiche eco-naturalistiche nel Parco, dotato fin da subito di diversi topoi specifici come serra, semenzai, orto biologico, stagni, e di specie arboree, arbustive ed erbacee tipiche della foresta planiziale europea sono state il cuore delle attività della CLAC, con migliaia di presenze, in quasi tre decenni di attività, tra insegnanti (corsi per insegnanti) e alunni (corsi per bambini e ragazzi).
La CLAC ha inoltre raccolto 20.000 libri, costruendo un catalogo per una biblioteca internazionale di libri per l’infanzia di 5.000 volumi, ora murata nell’edificio all’entrata sgomberato, alla quale tuttora la CLAC non ha più accesso nonostante non vi siano rischi strutturali.
La raccolta di calcolatori e personal computer del Museo Didattico di Storia dell’Informatica “Amici dei Tesori del Mondo” FMACU-UNESCO, avviata da Francesco Piva con la collaborazione del Club UNESCO e della CLAC nei primi anni Novanta del Novecento, nel progetto dell’amministrazione cittadina dovrebbe essere utilizzata per la creazione dei futuri spazi destinati all’informatica. L’obiettivo di Francesco Piva e della CLAC era di fornire una panoramica approfondita dell’evoluzione dei sistemi di calcolo elettronico che si combinava con analisi e interventi sociologici e culturali che portassero ad una riflessione sulle opportunità e ma anche sulle criticità dell’utilizzo della tecnologia, oltre che a spazi laboratoriali in cui le principali innovazioni tecnologiche potessero essere gestite in un coworking destinato a studenti e ricercatori.
Le attività artistiche, culturali e associative, che fino a prima dello sgombero hanno animato gli spazi dell’ex Macello, offrivano uno spazio di socialità e aggregazione ad una comunità intergenerazionale in cui convivevano realtà che offrivano attività accomunate da una visione antropologica e sociologica di sostenibilità in cui il rispetto e la valorizzazione dell’arte, della natura, delle attività manuali e laboratoriali, unite all’innovazione tecnologica ma sempre accompagnate alla cura e alla preservazione dei rapporti umani che si creano attorno alla ricerca, alla produzione materiale e alla fruizione culturale, possano costituire un percorso “didattico” completo e gratuito.
Il comunicato stampa dell’amministrazione cittadina annuncia la
“creazione di una innovativa “Cittadella della scienza”, sul modello degli Science centre internazionali, affiancando alcuni spazi per lo sviluppo di progettualità che coinvolgano le realtà del territorio. Il museo intende essere volano di socialità e arricchimento culturale per famiglie, comunità scolastiche, giovanili e associative locali, ma anche polo di attrazione di rilievo sovralocale, rafforzando una vocazione di quest’area, caratterizzata dalla presenza del vicino polo scientifico dell’Università, nonché di spazi già dedicati alla ricerca e divulgazione scientifica, all’interno delle strutture dell’Ex Macello, quali quelli del Planetario”
designando gli spazi che verranno assegnati a ciascuna attività, parte del science center: food and living, biglietteria e bookshop, planetario, uffici direzionali, museo dell’informatica, “collezione Piva” (un'espressione fuorviante che invitiamo a non usare) e spazio teatrale, locale tecnico e laboratorio multimediale, children’s museum, serra laboratorio, fab lab, spazio bene comune, parco didattico.
Tra di essi sembra di capire che alle associazioni verrebbe assegnato l’edificio a L di 289 metri quadri suddivisi in 4 locali che si trova in fondo al Parco.
Ci chiediamo come sia possibile pensare di racchiudere in quei quattro locali le attività svolte dalla CLAC con le sue 7 consociate e dalle altre associazioni presenti nell’area, tra cui il laboratorio di affresco, il teatro, l’osservazione degli astri, le attività di cooperazione internazionale e come sia possibile spogliare la CLAC, la realtà che ha valorizzato l’area portando, nel tempo, più di 100 realtà associative a operarvi, delle sue proposte e della sua storia, rendendole proprie e svilendone la portata e senza riconoscere il suo valore.
Fino a questo momento gli spazi per le progettualità che coinvolgono il territorio citati nel comunicato dell’amministrazione non corrispondono alle proposte presentate, che non sono state prese in considerazione, così come le realtà che le hanno ideate non sono state coinvolte nelle progettazione. Lo sviluppo di attività per la socialità e l’arricchimento culturale con la comunità associativa locale è stato dichiarato ma non ricercato.
L’assessore Colasio ha definito “buco nero” il percorso fatto dal Laboratorio Culturale dell’ex Macello in più di quarant’anni di vita, dopo aver bloccato una progettualità dal basso che ha costruito le condizioni indispensabili in base alle quali lo stesso progetto “Cittadella della Scienza” potrà forse essere reso possibile e dopo aver fatto propri tutti gli elementi che la componevano, rielaborandoli in chiave commerciale con soggetti da lui scelti a monte di qualsiasi gara d’appalto pubblica.
Pleiadi Srl è il principale soggetto, con il quale Colasio aveva già attivato un rapporto a partire dal 2019 e ci chiediamo, tra l’altro, la prevista area “food and living”, nella quale la CLAC svolgeva le proprie attività appunto di food and living negli ultimi anni, a chi verrà affidata e con quali modalità di evidenza pubblica.
Non possiamo che augurarci che queste modalità cambino, drasticamente, che le aperture che sono state più volte avanzate dall’amministrazione cittadina divengano reali e non restino parole vuote e inchiostro sui giornali. Ciò significherebbe innanzitutto mantenere l’impegno preso in febbraio e marzo 2020 di assegnare alla CLAC uno spazio nell’area, come tuttora avviene per le tutte le altre associazioni la cui presenza nell’area non è stata messa in discussione e che continuano ad operare all’interno dell’ex Macello anche dopo lo sgombero della palazzina del gennaio 2020.
Condividiamo la necessità di un percorso di partecipazione, di ascolto e riconoscimento reciproco tra la CLAC, le realtà già presenti nell’area e i soggetti scelti in quanto possibili finanziatori del restauro completo de gli edifici e potenziali realizzatori della “Cittadella della Scienza” ma continuiamo a sostenere un modello di recupero graduale e sostenibile degli edifici, nella forma dell’autorecupero, come fatto storicamente, per poterli riaprire gradualmente, affiancando al restauro un coinvolgimento della cittadinanza nella decisione sulle destinazioni d’uso. Siamo pertanto fiduciosi che la Partecipazione sia la strada attraverso la quale si possa arrivare ad avere un dialogo aperto e una gestione trasparente delle relazioni tra i diversi attori coinvolti e ci auguriamo che il percorso partecipato porti soprattutto a confrontare le due proposte presentate, in ordine temporale, quella della CLAC e quella di Pleiadi Srl e a farle dialogare tra loro, garantendo il riconoscimento del valore che un lavoro svolto per più di quarant’anni ha anche e proprio per l’eventuale realizzazione della stessa Cittadella della Scienza.
Il progetto della CLAC... Ma fatto da qualcun altro!
18 marzo 2021
Martedì 16 marzo a Palazzo Moroni è stato presentato il - faraonico ed asettico - progetto di riqualificazione per l’area dell’ex Macello di Via Cornaro.
Uno stupendo “supermercato della scienza”: giostre, scivoli e mega particelle meravigliosamente rappresentate in avveniristici render.
Robot cibernetici che andranno a riempire il buco nero che si sarebbe originato quarant'anni fa all’ex Macello.
Si, BUCO NERO! Per questa amministrazione l’attività svolta dalla CLAC negli ultimi 40 anni sarebbe un buco nero, una vergogna, un degrado per la città, fatto da migliaia di libri, un parco didattico che ha trasmesso conoscenza e rispetto per la natura, un luogo di aggregazione: un vero degrado!
Certo, ci sono anche le migliaia di computer raccolti da Francesco Piva e dai collaboratori della CLAC per conto dell'Operazione "Amici dei Tesori del Mondo" FMACU-UNESCO: quelli si possono riutilizzare ed essere un vanto, un attrattore per staccare migliaia di ticket e vendere scienza. Allora in questo caso ricordiamo Francesco Piva, dedichiamogli degli spazi, onoriamo questo lungimirante cittadino padovano.
Meglio ancora, copiamo il suo progetto, che è il progetto della CLAC, ma apportiamo qualche modifica, ma quale? Ah, sì, rendiamolo a pagamento, smontiamolo di ogni filantropia, rendiamo quel meraviglioso "luogo antropologico" - così lo chiamava Francesco Piva - una EUROLANDIA di bit e circuiti, con tanti bambini.
Chi si opporrebbe mai ad un’opera per i bambini?
Ma come si è arrivati a ciò?
Facile!!! 15 gennaio 2020 – SGOMBERO. Legittimo? Illegittimo? Evitabile? Necessario? Intanto SGOMBERO.
Da questa data parte un’opera mediatica che lancia proclami di redenzione: “La CLAC avrà uno spazio all’ex Macello, partirà un percorso di partecipazione con la CLAC protagonista”, dichiara il sindaco Giordani il 14 febbraio del 2020 alle varie testate giornalistiche.
“Coinvolgeremo un ente terzo per coordinare la partecipazione” (la Fondazione Innovazione Sociale di Bologna), dirà sempre il primo cittadino il 18 febbraio 2020 al Mattino di Padova.
Speranze infuse nell’animo dei cittadini: forse Padova avrà un luogo di tutti, per tutti, pensato con tutti.
Lo dichiara ancora l’assessora Nalin il primo settembre del 2020 al Mattino annunciando il percorso di partecipazione con la città per l’area dell’Ex Macello.
Certo. Poi la stessa assessora il 4 novembre del 2020 dirà che il percorso di partecipazione sarà solo su una porzione dell’area. Grande, piccola, non è dato sapere; vedremo.
Adesso lo sappiamo: se indoviniamo il significato delle sigle inserite nei rendering – dato che i dettagli del progetto non sono disponibili – la porzione che apparentemente sarebbe concessa alle associazioni è di 289 metri quadrati sui 17.000 di tutta l’area: l’edificio più nascosto del complesso, posto in un angolino, sarà lo SPAZIO BENE COMUNE.
ECCO!!! La millantata partecipazione si riduce alla solita partecipazione Pubblico/Privato (con i soldi).
Nessun tavolo di progettazione partecipata, nessuna considerazione delle idee dei cittadini per un’area pubblica, così il vero coinvolgimento dei cittadini rimane sempre e solo un ottimo argomento da campagna elettorale.
Perché sì, la campagna elettorale è già iniziata!!!
BUONA PARTECIPAZIONE A TUTTI I PADOVANI. 289 METRI QUADRI PER 200 MILA ABITANTI.
La nuova "passeggiata sulle Mura"
1 marzo 2021
La "spettacolare ed estremamente suggestiva camminata sulle mura" strombazzata su Facebook dal sindaco Giordani è una realizzazione ridicola, impattante e dispendiosa rispetto a quella che la allora nostra consociata Gruppo Speleologico Padovano del CAI aveva proposto pubblicamente, nel 2017, ben prima di questo progetto: un percorso panoramico veramente sulla sommità delle Mura, da percorrere in sicurezza e senza massicce applicazioni di strutture ferrose o altro. Magari in parallelo con un altro percorso meno "avventuroso", fatto sulla traccia del cammino di ronda per persone forse meno "avventurose" ma curiose, come oggi invece hanno fatto coprendo di putrelle quel tragitto.
Quella dell'assessore Micalizzi è un'autentica, fantozziana "corazzata Kotiomkin" delle Mura: una c****a pazzesca!
Ma pazienza, se avessero fatto solo quello. Invece no, sappiamo che metteranno mano anche ai sotterranei, contro ogni nostra proposta per un utilizzo a basso impatto, con costi azzerati e rispetto della suggestione originaria dei luoghi: luci fortissime e pareti tirate a lucido, con eliminazione dell'acqua presente - elementi che, se lasciati com'erano, avrebbero potuto rappresentare un'attrattiva per un turismo culturale alternativo, basato sull'emozione e sull'avventura di percorrere ambienti intensi così come sono giunti fino a noi, praticamente intatti.
Ma il fascino discreto dei soldi del bando periferie e della Cariparo hanno fatto chiudere tutti e due gli occhi su ogni coraggiosa prospettiva di innovazione in questo ambito: progetti e appalti gestiti sempre nello stesso modo ortodossamente miope e poco intelligente.
La Nuova Pediatria - Le dimensioni reali!
15 gennaio 2021
IMMAGINI REALISTICHE DEL BLOCCO DI NUOVA PEDIATRIA, CHE SI VORREBBE COSTRUIRE ALL’INTERNO DELLE MURA, IN PIENO CENTRO STORICO
Le altezze, la reale entità volumetrica e il conseguente impatto visivo del blocco Nuova pediatria - che come è noto dovrebbe sorgere nel Giustinianeo all’interno delle mura rinascimentali - sono stati oggetto di una lunga e sistematica opera di disinformazione. Per rendersene conto, basta confrontare le immagini fornite dagli Enti interessati, via via pubblicate su giornali e televisioni locali
Il nuovo macroscopico edificio di Nuova pediatria, già a partire dal 2016 con il “progetto Canini” e negli anni seguenti, viene spesso definito nelle interviste ai giornali come “la nuova palazzina di pediatria”.
Dal 2018 al 2020, i rendering pubblicati con il contesto delle mura rinascimentali e del Giustinianeo, raffigurano altezze assai ridotte rispetto a quelle reali e nel 2019-20 sono state rese pubbliche prevalentemente immagini della facciata senza riferimenti al contesto, in gran parte mascherate da alberi alti oltre 20 metri (quindi essenze con 60-80 anni di vita!). Solamente nel 2020, contestualmente alla firma dell’Accordo di Programma, sono stati elaborati due plastici di confronto tra stato di fatto e progetto, rimasti peraltro nella sede della Protezione Civile di Mestre e mai esposti a Padova. I plastici sono stati riprodotti dalla stampa e dalle televisioni locali ripresi con immagini da lontano, e sempre con camuffamenti arborei di un doppio filare di alberi alti oltre 20 m., mentre gli edifici nuovi, vengono rappresentati bianchi su fondo bianco.
Tutto cio’ non ha permesso e continua a non consentire, se non a esperti addetti ai lavori, di rendersi conto dell’effettivo ingombro visivo di quanto si andrebbe a costruire e di valutarne i reali rapporti di “linguaggio” e “paesaggistici” secondo quanto chiaramente indicato nell’Accordo di Programma, che prevede espressamente: “la rigenerazione e riqualificazione urbanistica e paesaggistica del Polo ospedaliero contenente prioritariamente le previsioni del progetto comunale “il Parco delle Mura” mirato alla valorizzazione percettiva del patrimonio monumentale della cinta muraria” e che “il linguaggio architettonico degli edifici dovrà tendere alla massima integrazione con il contesto storico monumentale dell'area”.
E’ nostro dovere di cittadini informare i padovani - ma anche i decisori e i politici di Regione, Provincia, Comune e Università - delle dimensioni reali e dell’impatto devastante del blocco di Nuova pediatria sul centro storico e sulle mura rinascimentali che nell’Accordo stesso si afferma di voler valorizzare. Tutto ciò è dimostrato dalle immagini che le associazioni hanno elaborato sin dal 2017-18, che continuano ad aggiornare e che oggi rendiamo pubbliche per la prima volta in una visione tridimensionale più facile da comprendere per tutti. E’ stato infine possibile costruire i rendering 3d, se pur stereometrici, essendo con difficoltà riusciti a reperire - tra gli elaborati dell’ultima Conferenza dei Servizi nell’agosto 2020 - i veri dati dimensionali del nuovo blocco, sino ad oggi mai chiaramente resi pubblici.
Alessandro Angrilli - Comitato Difesa Alberi e Territorio - CDAT
Marzia Banci - Ass. Filosofia di Vita – Padova
Veronica Bertollo - Ass. InCivilis – Padova
Alberto Sabbadin - Architetto
Lorenzo Cabrelle - Legambiente Padova
Renzo Fontana - Presidente Italia Nostra PD
Patrizio Giulini - Gruppo Giardino storico dell’Università di Padova
Nicola Lovisatti - Ingegnere
Enzo Siviero - Rivista Galileo
Vittorio Spigai - Ass. AR/CO - Padova
Elaborato stereometrico della Nuova Pediatria nel contesto attuale
stereometrico-pediatria-nel-contesto-attuale-20210108-1.m4v — Octet Stream, 10.38 MB (10887029 bytes)
Elaborato stereometrico della Nuova Pediatria - Rapporto con le Mura
stereometrico-pediatria-rapporto-con-le-mura-20210106-1.m4v — QuickTime video, 8.73 MB (9148890 bytes)
Al via il taglio degli alberi all'ex Macello di Via Cornaro
12 ottobre 2021
Tra ieri e oggi sono iniziati i lavori di manutenzione del Parco dell'Ex Macello in via Cornaro, sede storica (dal 1975 al 2020) della CLAC, Comunità per le Libere Attività Culturali. Il lavoro di manutenzione richiede l’abbattimento di numerosi alberi; della necessità di questi abbattimenti la CLAC è stata informata a suo tempo (circa un anno fa), e sono state organizzate anche un paio di riunioni / sopralluoghi con gli Assessori di riferimento. Il primo abbattimento (di cui qui riportiamo una foto un po' sfocata, in quanto noi della CLAC non abbiamo accesso all’area) riguarda un albero ormai completamente spoglio, che noi supponiamo sia stato avvelenato l'anno scorso. Va inoltre ricordato con dolore che lo stagno presente nel parco didattico, e che ospitava diverse specie anfibie, è ormai secco da mesi, e nonostante i nostri ripetuti tentativi e le nostre segnalazioni non è più stato alimentato.
Ci aspettavamo che anche per l'inizio dei lavori saremmo stati informati. Evidentemente, l'Amministrazione Comunale, oltre a non riconoscere la CLAC quale interlocutore, temeva che potessimo ostacolare in qualche modo i lavori, cosa che non avremmo fatto.
Per effettuare i lavori le ditte sono entrate nel Parco con mezzi pesanti, e vogliamo augurarci che queste non procureranno danni collaterali, anche se in passato li hanno sempre procurati (non fosse che per la delicatezza del contesto in cui si opera).
Il nostro pensiero, oltre che agli alberi che verranno abbattuti - la maggior parte dei quali speriamo che siano veramente in condizioni tali da richiederlo, anche se ciò va imputato per la massima parte alla consapevole trascuratezza di cui l'Amministrazione Comunale si è resa unica responsabile nel corso degli anni - va anche ai numerosi cartellini di metallo del Bosco creato dalla CLAC sul finire degli anni Ottanta, che in occasione dello scempio del 2013 avevamo posizionati nell'aiuola tra il Museo e il Digestore.
Ora stiamo facendo il possibile per recuperarli in fretta e furia in quanto sono documenti storici di grande importanza, testimonianza della creazione del Parco Didattico, della fatica che ciò richiese e della ricchezza che vi fu iniettata.
EDIT (16:50): stamattina, poco prima della pubblicazione di questo post, ci è giunta dall'assessora Gallani la comunicazione dell'avvio di questi lavori di manutenzione. Vorremmo dire all'assessora che se ci avesse avvertiti prima avremmo potuto intervenire con più agio, non serve a molto trasmettere queste informazioni a posteriori. Ma soprattutto vorremmo chiedere all'assessora perché a distanza di un anno non ci hanno più convocati per le richieste di controllo e ripristino/riprogettazione del parco che avevamo fatto come CLAC...