Il progetto della CLAC... Ma fatto da qualcun altro!
18 marzo 2021
Martedì 16 marzo a Palazzo Moroni è stato presentato il - faraonico ed asettico - progetto di riqualificazione per l’area dell’ex Macello di Via Cornaro.
Uno stupendo “supermercato della scienza”: giostre, scivoli e mega particelle meravigliosamente rappresentate in avveniristici render.
Robot cibernetici che andranno a riempire il buco nero che si sarebbe originato quarant'anni fa all’ex Macello.
Si, BUCO NERO! Per questa amministrazione l’attività svolta dalla CLAC negli ultimi 40 anni sarebbe un buco nero, una vergogna, un degrado per la città, fatto da migliaia di libri, un parco didattico che ha trasmesso conoscenza e rispetto per la natura, un luogo di aggregazione: un vero degrado!
Certo, ci sono anche le migliaia di computer raccolti da Francesco Piva e dai collaboratori della CLAC per conto dell'Operazione "Amici dei Tesori del Mondo" FMACU-UNESCO: quelli si possono riutilizzare ed essere un vanto, un attrattore per staccare migliaia di ticket e vendere scienza. Allora in questo caso ricordiamo Francesco Piva, dedichiamogli degli spazi, onoriamo questo lungimirante cittadino padovano.
Meglio ancora, copiamo il suo progetto, che è il progetto della CLAC, ma apportiamo qualche modifica, ma quale? Ah, sì, rendiamolo a pagamento, smontiamolo di ogni filantropia, rendiamo quel meraviglioso "luogo antropologico" - così lo chiamava Francesco Piva - una EUROLANDIA di bit e circuiti, con tanti bambini.
Chi si opporrebbe mai ad un’opera per i bambini?
Ma come si è arrivati a ciò?
Facile!!! 15 gennaio 2020 – SGOMBERO. Legittimo? Illegittimo? Evitabile? Necessario? Intanto SGOMBERO.
Da questa data parte un’opera mediatica che lancia proclami di redenzione: “La CLAC avrà uno spazio all’ex Macello, partirà un percorso di partecipazione con la CLAC protagonista”, dichiara il sindaco Giordani il 14 febbraio del 2020 alle varie testate giornalistiche.
“Coinvolgeremo un ente terzo per coordinare la partecipazione” (la Fondazione Innovazione Sociale di Bologna), dirà sempre il primo cittadino il 18 febbraio 2020 al Mattino di Padova.
Speranze infuse nell’animo dei cittadini: forse Padova avrà un luogo di tutti, per tutti, pensato con tutti.
Lo dichiara ancora l’assessora Nalin il primo settembre del 2020 al Mattino annunciando il percorso di partecipazione con la città per l’area dell’Ex Macello.
Certo. Poi la stessa assessora il 4 novembre del 2020 dirà che il percorso di partecipazione sarà solo su una porzione dell’area. Grande, piccola, non è dato sapere; vedremo.
Adesso lo sappiamo: se indoviniamo il significato delle sigle inserite nei rendering – dato che i dettagli del progetto non sono disponibili – la porzione che apparentemente sarebbe concessa alle associazioni è di 289 metri quadrati sui 17.000 di tutta l’area: l’edificio più nascosto del complesso, posto in un angolino, sarà lo SPAZIO BENE COMUNE.
ECCO!!! La millantata partecipazione si riduce alla solita partecipazione Pubblico/Privato (con i soldi).
Nessun tavolo di progettazione partecipata, nessuna considerazione delle idee dei cittadini per un’area pubblica, così il vero coinvolgimento dei cittadini rimane sempre e solo un ottimo argomento da campagna elettorale.
Perché sì, la campagna elettorale è già iniziata!!!
BUONA PARTECIPAZIONE A TUTTI I PADOVANI. 289 METRI QUADRI PER 200 MILA ABITANTI.